PRODUCT: archery, accessories, armours, clothes, weapons
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Nation: Italy
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Site: http://www.polettiarchery.com/
Email: polettiarchery@tiscali.it
(from site www.polettiarchery.com)
Prima di dedicarsi all'arcieria storico-tradizionale Celestino Poletti faceva parte di un gruppo storico impegnato in rievocazioni di tornei cavallereschi di ambientazione medievale, che venivano proposte soprattutto nel corso di manifestazioni organizzate in Trentino e nel Veneto. Proprio a quel periodo risale il primo incontro con la tradizione arcieristica ungherese, principalmente basata sul tiro da cavallo nel quale fluidità del tiro, disinvoltura nei movimenti e ordine interiore sono i requisiti chiave per la corretta esecuzione di un gesto che è un'espressione di cultura più che l'esemplificazione di una corretta tecnica di tiro.
Si tratta di concetti completamente diversi da quelli cui siamo avvezzi nel nostro ripercorrere la storia dell'arcieria europea, dove la potenza fisica dell'arciere - potremmo dire il suo braccio di ferro con l'arco - è spesso l'aspetto che sembra prendere il sopravvento, quello su cui magari indugia la narrazione del cronista o dello storico. Nella tecnica di tiro centro-asiatica (quella praticata in Ungheria, appunto) gli archi usati non richiedono libbraggi molto elevati, e ciò per due ragioni principali. Innanzi tutto la corda tirata fino alla clavicola - con allunghi di 33-34 pollici, segue la freccia molto più a lungo determinandone una elevata velocità di uscita. Inoltre le leve rigide (originariamente in legno o in osso) montate alle estremità di entrambi i flettenti hanno il duplice effetto di attenuare lo sforzo del tiratore e di garantire una trazione più fluida e costante.
L'aspetto più sorprendente di tale azione di tiro è la totale assenza di ciò che può essere definita un'azione di mira; sono invece - si potrebbe dire - la coscienza del tiratore, il suo cervello o piuttosto tutto il suo essere a "catturare" il bersaglio e a fare si che il lancio della freccia sia un'ovvia conseguenza di uno stato d'animo più che di un atto di volontà inteso a centrare il bersaglio.
L'arricchimento derivato da tale esperienza ha indotto Celestino Poletti a tentare di introdurre anche in Italia la filosofia di tiro centro-asiatica, sia con un'azione didattica esercitata a beneficio di tutti coloro che hanno manifestato o manifestano interesse nei confronti di quest'ultima, sia attraverso quella che potrebbe essere definita un'azione dimostrativa, e cioè i due tentativi, entrambi riusciti, di battere il record di frecce scagliate in 24 ore. In particolare, il secondo tentativo (17641 frecce) ha mostrato chiaramente come l'applicazione di quella tecnica di tiro consenta di affrontare tale tipo di prova con uno sforzo relativamente contenuto e con una elevata precisione, senza dimenticare peraltro la dimostrazione di affidabilità e continuità di prestazioni offerta in quella circostanza dagli archi della Kassai.
Celestino Poletti importa e costruisce nella sua bottega che sia affaccia sul Lago di Cei (tranquilla località montana dove la natura incontaminata sembra abbia fermato il tempo) archi di varie fogge storiche, non esclusi pertanto quelli riferibili alla tradizione più tipicamente europea e italiana, per la cui ricostruzione egli utilizza esclusivamente legno di tasso stagionato naturalmente.
Inoltre Celestino mette a disposizione dei tiratori un'ampia scelta di accessori artigianali, a richiesta personalizzabili, che sono stati apprezzati e adottati da vari gruppi di arcieria storica italiani per i quali la bottega di Celestino sta diventando ormai un utile punto di riferimento, anche per la continua disponibilità di oggetti che normalmente sono quasi irreperibili sul mercato.
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Before devoting to traditional-historical archery Celestino Poletti was member of an historical group working in medieval chivalrous tournaments, mainly presented during demonstrations in Trentino and Veneto. In that period he met the Traditional Hungarian Archery based on Riding Archery where fluency , motion confidence and inner self order are the key requirements for the correct performance of gesture, which is a cultural expressions, even more then the performance of a correct fence skill.
The concept is completely different from the one known in European archery history, where the archer’s physical power - the iron arm with the bow – it’s often the main aspect , sometimes maybe overstayed by chroniclers and historians.
The bows used in middle-east technique (practiced in Hungary) don’t have an high “draw weight” for two main reasons: first of all polling the string backward to the clavicle, with extensions of 33-34 inches, follow the arrow providing an higher throwing speed. Moreover the rigid tip (bone or wood ) mounted at the end of both limbs has dual effect to reduce the tractive effort of the drawer and to guarantee greater fluency and constant traction. The most amazing aspect of such action is the absence of anything like taking aim. The consciousness of the archer, his brain and his being, capture the target and the shoot becomes a consequence of the climate more then an act of will to get the target. This own experience has led Celestino Poletti to bring in Italy the middle Asian archery philosophy, either with didactic activity to anyone interested to archery, or with demonstrative activity, i.e. with two successful attempt to break the record of arrows shot in 24 hours. In particular, the second attempt (17641 arrows) has clearly shown how the application of such technique allow to face this kind of test with a reduced effort and high precision (without forgetting the evidence of reliability and continuity provided during the test by Kassai bows.
Celestino Poletti workshop is in front of the Cei lake, nice mountain site where uncontaminated nature seems to stop the clock. He imports and constructs various shapes of bows, including the ones referring to European and Italian tradition, using exclusively seasoned yew wood.
Moreover Celestino provides to archers a wide range of handcrafted fittings, customised on demand, that are appreciated and adopted by many Italian groups of historical archery for which the Celestino workshop is becoming a useful point of reference, even for the continual availability of products that are normally untraceable on the market.
Si tratta di concetti completamente diversi da quelli cui siamo avvezzi nel nostro ripercorrere la storia dell'arcieria europea, dove la potenza fisica dell'arciere - potremmo dire il suo braccio di ferro con l'arco - è spesso l'aspetto che sembra prendere il sopravvento, quello su cui magari indugia la narrazione del cronista o dello storico. Nella tecnica di tiro centro-asiatica (quella praticata in Ungheria, appunto) gli archi usati non richiedono libbraggi molto elevati, e ciò per due ragioni principali. Innanzi tutto la corda tirata fino alla clavicola - con allunghi di 33-34 pollici, segue la freccia molto più a lungo determinandone una elevata velocità di uscita. Inoltre le leve rigide (originariamente in legno o in osso) montate alle estremità di entrambi i flettenti hanno il duplice effetto di attenuare lo sforzo del tiratore e di garantire una trazione più fluida e costante.
L'aspetto più sorprendente di tale azione di tiro è la totale assenza di ciò che può essere definita un'azione di mira; sono invece - si potrebbe dire - la coscienza del tiratore, il suo cervello o piuttosto tutto il suo essere a "catturare" il bersaglio e a fare si che il lancio della freccia sia un'ovvia conseguenza di uno stato d'animo più che di un atto di volontà inteso a centrare il bersaglio.
L'arricchimento derivato da tale esperienza ha indotto Celestino Poletti a tentare di introdurre anche in Italia la filosofia di tiro centro-asiatica, sia con un'azione didattica esercitata a beneficio di tutti coloro che hanno manifestato o manifestano interesse nei confronti di quest'ultima, sia attraverso quella che potrebbe essere definita un'azione dimostrativa, e cioè i due tentativi, entrambi riusciti, di battere il record di frecce scagliate in 24 ore. In particolare, il secondo tentativo (17641 frecce) ha mostrato chiaramente come l'applicazione di quella tecnica di tiro consenta di affrontare tale tipo di prova con uno sforzo relativamente contenuto e con una elevata precisione, senza dimenticare peraltro la dimostrazione di affidabilità e continuità di prestazioni offerta in quella circostanza dagli archi della Kassai.
Celestino Poletti importa e costruisce nella sua bottega che sia affaccia sul Lago di Cei (tranquilla località montana dove la natura incontaminata sembra abbia fermato il tempo) archi di varie fogge storiche, non esclusi pertanto quelli riferibili alla tradizione più tipicamente europea e italiana, per la cui ricostruzione egli utilizza esclusivamente legno di tasso stagionato naturalmente.
Inoltre Celestino mette a disposizione dei tiratori un'ampia scelta di accessori artigianali, a richiesta personalizzabili, che sono stati apprezzati e adottati da vari gruppi di arcieria storica italiani per i quali la bottega di Celestino sta diventando ormai un utile punto di riferimento, anche per la continua disponibilità di oggetti che normalmente sono quasi irreperibili sul mercato.
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Before devoting to traditional-historical archery Celestino Poletti was member of an historical group working in medieval chivalrous tournaments, mainly presented during demonstrations in Trentino and Veneto. In that period he met the Traditional Hungarian Archery based on Riding Archery where fluency , motion confidence and inner self order are the key requirements for the correct performance of gesture, which is a cultural expressions, even more then the performance of a correct fence skill.
The concept is completely different from the one known in European archery history, where the archer’s physical power - the iron arm with the bow – it’s often the main aspect , sometimes maybe overstayed by chroniclers and historians.
The bows used in middle-east technique (practiced in Hungary) don’t have an high “draw weight” for two main reasons: first of all polling the string backward to the clavicle, with extensions of 33-34 inches, follow the arrow providing an higher throwing speed. Moreover the rigid tip (bone or wood ) mounted at the end of both limbs has dual effect to reduce the tractive effort of the drawer and to guarantee greater fluency and constant traction. The most amazing aspect of such action is the absence of anything like taking aim. The consciousness of the archer, his brain and his being, capture the target and the shoot becomes a consequence of the climate more then an act of will to get the target. This own experience has led Celestino Poletti to bring in Italy the middle Asian archery philosophy, either with didactic activity to anyone interested to archery, or with demonstrative activity, i.e. with two successful attempt to break the record of arrows shot in 24 hours. In particular, the second attempt (17641 arrows) has clearly shown how the application of such technique allow to face this kind of test with a reduced effort and high precision (without forgetting the evidence of reliability and continuity provided during the test by Kassai bows.
Celestino Poletti workshop is in front of the Cei lake, nice mountain site where uncontaminated nature seems to stop the clock. He imports and constructs various shapes of bows, including the ones referring to European and Italian tradition, using exclusively seasoned yew wood.
Moreover Celestino provides to archers a wide range of handcrafted fittings, customised on demand, that are appreciated and adopted by many Italian groups of historical archery for which the Celestino workshop is becoming a useful point of reference, even for the continual availability of products that are normally untraceable on the market.
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